Julian Barnes - Diciassette diverse possibilità di fallire (2025)
Un nobile inglese sogna di esportare il gioco del cricket, e con esso un po' della cultura e dell'estetica britannica, in Francia. Ma la guerra, la distanza e la reciproca diffidenza permangono. A ricordare lo iato, il melone d'oltremanica: cosí dolce, cosí esotico, cosí alieno. Un grande compositore finlandese sceglie il silenzio come solo approdo possibile della vera musica. E mentre lavora indefessamente a un'Ottava sinfonia che non vedrà mai la luce, scruta il cielo per scorgere il volo muto delle gru e siede al «tavolo limone» dello storico Hotel Kämp, dove «è permesso - anzi, è d'obbligo - parlare di morte». Il responsabile della segheria di un villaggio svedese sa tutto sulla lavorazione del legname, la fabbrica dei laterizi locale e la grande miniera di rame di Falun, e ne racconta instancabilmente ai visitatori. Ma alla bella signora Lindwall dal mento sfuggente la storia di Mats Israelson non riesce proprio a raccontarla, e il rammarico lo seguirà per sempre. Provenienti dalle tre raccolte pubblicate da Julian Barnes, Cross Channel (Oltremanica, Einaudi 1997), The Lemon Table (2004) e Pulse (2011) - le ultime due inedite in Italia -, le diciassette storie qui riunite aprono scorci vividissimi su scenari disparati.